Requiescat

Questo già mesto periodo, in cui persino l’eterna lotta contro la sozzura è stata messa in temporanea pausa forzata, aggiunge disgrazia su disgrazia e mi duole di annunciare al mondo la scomparsa di Torquato. Il vuoto che lascia è incolmabile, lo strazio di chi resta inconcepibile.

Beda il venerabile

Un bianco destriero di marmo

Un bianco destriero di marmo

Oggi mentre Lionello spandeva generosamente l’avena nella mangiatoia di Vidalio e noi, resto dei collaboratori di Telamonio, ce ne stavamo in panciolle a rimirarlo, dico Lionello e non il bianco destriero, Torquato ha rimarcato che “i cavalli non c’entrano niente con la tappezzeria.”

Che è una colta citazione e una citazione non colta.

Gli invasati

Parlante a vanvera

La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni

Accade spesso che, equivocando completamente sul vero significato della lotta contro la sozzura, visitino il maniero alcuni equivoci personaggi con l’intenzione di arruolare Telamonio nelle file del proprio movimento o partito inteso a lottare contro questo ladrocinio o quella corruzione.

Non accade mai che costoro ottengano un colloquio a tu per tu con il lanciere bianco in persona, la loro spinta ideale si infrange inevitabilmente contro l’inespugnabile  muro opposto da Torquato dietro precise istruzioni di Telamonio stesso, Torquato ascolta questi invasati con infinita pazienza, cerca cortesemente di togliere loro ogni speranza, pur sapendo che questo sforzo è inutile, e li congeda porgendo loro una copia de “Il Bottone della Palandrana” di Pirandello, con la vaga e vana speranza che possano, non si sa mai, rendersi conto della propria follia.

Quasi nessuno si ravvede, ma quando ritornano al maniero il portone rimane per loro ermeticamente chiuso.

Torquato e i suoi assistenti

Poeta Laureato

Torquato, Poeta Laureato

Il visitatore che, accolto oltre il portone e oltrepassato l’arco di mattoni che sovrasta la soglia del maniero avito di Telamonio, si diriga verso gli appartamenti alla propria destra incontrerà per primo il mio piccolo ufficio, collocato a mo’ di anticamera, ma ben difficilmente vi si fermerà. Procederà invece oltre la seconda porta e verso il grande ufficio dove trascorrono le ore Torquato e i suoi due assistenti, due giovani pallidi e brufolosi che già per la diuturna noia cui sono inflessibilmente sottoposti paiono più anziani di lui: Bartleby ed Emerenziano. Per quanto sia tirato a lucido giornalmente dalla sottoscritta fino al punto da far gaiamente risplendere armadi, sedie e scrivanie di legno al sole che filtra gioioso dalle imposte spalancate, è cura di Torquato, non appena entrato in ufficio la mattina alle otto e trenta, di ordinare ai suoi due assistenti di richiudere le finestre e serrare i pesanti tendaggi, dimodoché negli orari di ricevimento l’ufficio mantiene costantemente un’aria tanto antica e rispettabile, quanto oscura e vagamente polverosa. Continua a leggere

Il Maniero Avito

Maniero Avito

La tetra galera ove siamo incatenati al remo, cosa non si sopporta per amore!!

Molti tra voi mi hanno chiesto di descrivere il Maniero di Telamonio e coloro che vi abitano e vi lavorano, infatti i pochi particolari che sin qui ho svelato risultano vaghi e imprecisi e non vi è facile, pare, farvi un’idea men che nebbiosa dei protagonisti di queste righe, dei luoghi dove svolgono i propri compiti e, men che meno, del loro compito principale: la lotta contro ogni sozzura. Continua a leggere